L’oggetto in esame fa parte di un gruppo molto più vasto di stele funebri rinvenute
in alcuni paesi della Sardegna nord-occidentale e nelle località limitrofe all’odierno
paese di Viddalba.
Si pensa che il vetro fu scoperto in maniera casuale sulle coste della Fenicia,
probabilmente come esito di una serie di esperimenti avvenuti nelle regioni della
Mesopotamia tra il XXIII e il XXI secolo a.C.. Questa testimonianza è giunta sino a noi
grazie a Plinio il Vecchio, scrittore e filosofo naturalista, il quale nella sua opera
enciclopedica “Naturalis Historia” racconta la nascita di questo prezioso materiale:
“[…] quella parte della Siria che si chiama Fenicia e che confina con la Giudea include
nel monte Carmelo una palude che si chiama Candebia. Si crede che da là nasca il fiume
Belo, che dopo aver percorso cinque miglia sfocia nel mare, nei pressi della colonia di
Tolemaide. Il suo corso è lento, le sue acque non sono buone a bere e tuttavia sono usate
nelle cerimonie sacre; il suo letto è limoso, profondo e riversa nel mare le sue sabbie solo
con la bassa marea.